Oggi più che mai mi rendo conto di quanto questo inesorabile meccanismo stia rafforzando le mie capacità. Oggi più che mai mi rendo conto di quanto questo processo di tensione e rilassamento del mio intelletto stia realizzando il mio sogno di non avere paura di fronte a niente, nemmeno di fronte all'egregia morte.
Avverto sempre più spesso un bisogno quasi fisico di rapportarmi ad altre persone e alle loro parole, nonostante riconosco che la mia impazienza nel raggiungere uno stato di giustizia possa scoraggiare chi al contrario mio ha perso le speranze di raggiungere un qualsiasi risultato inerente alla società.
Detto questo, credo che la chiave della mia determinazione-utopia stia nel creare delle aspettative quasi al di fuori degli schemi umani in coloro che mi circondano. Di fatto, deludere tali aspettative determinerebbe con ogni probabilità la mia esclusione sociale, generando nei miei confronti un incentivo negativo a parer mio d'efficacia ineguagliabile. Credo inoltre che tale meccanismo sia frutto di un processo che affonda le proprie radici nell'inconscio, e che solo una volta riconosciuta la convenienza del processo stesso -per mezzo di comprovata esperienza-, questo venga identificato dal mio io razionale per poi essere autorizzato ripetutamente in qualità di efficiente processo di sviluppo della mia persona e del mio interesse sociale.
Scusate l'astrattismo, ma oggi mi sento concreto.
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